Anzitutto, nel ringraziare il nostro anonimo amico per la sua domanda, vorremmo incoraggiare chi ci scrive ad evitare le lettere anonime, che sono mortificanti soprattutto per chi le invia. Firmarsi anche soltanto col proprio nome è segno di fiducia, di apertura, di cordialità.
1. Per essere salvati (= perdono del peccato, riconciliazione con Dio e con il prossimo) occorre anzitutto avvicinarsi alla persona di Gesù, ovvero occorre lasciare che egli si accosti a noi, proprio come faceva quando camminava per le strade della Palestina. Ecco che passa per le vie di Gerico e si autoinvita in casa di Zaccheo, il quale tutto felice accoglie Gesù con grandi gesti di generosità e frutti sinceri e concreti di pentimento. Talvolta il Signore ci chiama in varie maniere, ma noi siamo troppo occupati in altre faccende e non ci avvediamo neppure che in lui viviamo, ci muoviamo e siamo, come dice l'apostolo in Atti 17 parlando agli ateniesi. Ci si accosta a Gesù attraverso la sua parola buona, umile, che parla ai piccoli, a coloro che sono disposti ad accoglierla con umiltà.
2. Questa parola, ascoltata di vero cuore e con intelligenza, può produrre in noi quella fede fiduciosa di cui hanno bisogno soprattutto coloro che hanno subito disillusioni e dolori nella vita, o coloro che hanno fatto torti e causato dolori ad altri, coloro che si comportano con egoismo, con trascuratezza verso il prossimo, vivendo come se Dio non esistesse. La ricostituzione della fiducia nel cuore dell'uomo non è cosa facile, perché si tratta in un certo senso di ritrovare la fiducia del bimbo, che volentieri e senza timori dava la mano al genitore, occorre infatti tornare bambini, almeno per ciò che riguarda la malizia (non certo per senno!). Ricreare la fede come fiducia nel cuore nostro significa ritrovarsi dinanzi alla parola di Gesù e riconoscere che si tratta di una parola alta, unica, straordinaria, capaci di scandagliarci dentro e di illuminare anche i lati più oscuri e maleodoranti del nostro animo, per portarvi la luce della benedizione di Dio. Il vangelo dice che la parola di Gesù porta grande luce al popolo che giaceva nelle tenebre: è la luce della fede meravigliosa in quel Dio che mai tradisce, che cura amorevolmente la sua creatura, che non l'abbandona neppure nelle circostanze più nere della vita, ma che le rimane misteriosamente accanto anche nel dolore, anche nella malattia, anche e perfino nella morte. E oltre la morte. Questa è la fede che scaturisce dalla parola di Gesù, quella fede che è stata una volta per sempre tramandata nelle Scritture (v. Giuda v. 3).
3. La fiducia nell'amore del Padre ha un effetto importante sull'animo umano, permette alla persona di pensare, o meglio di ri-pensare. Ri-pensare al proprio passato, alle proprie azioni, ai propri atteggiamenti, ai propri giudizi. E quando si ripensa alle cose, ci si esamina in una luce nuova, quella della parola di Gesù, che è capace di scavarci dentro. E si ripensa - se si è onesti con se stessi - al male fatto, alla negligenza dimostrata, alla propria indifferenza, alle proprie malefatte. È così che si perviene al pentimento, alla contrizione interiore che ci fa provare dolore per il male compiuto e pena per noi stessi davanti a Dio. Eppure, se siamo capaci ancora di provare tutto ciò, vuol dire che la pianticella della sensibilità non è morta in noi. C'è sempre un po' di bene anche nel più duro dei cuori! Sorge in noi spontanea la domanda, che possiamo fare per rimediare? Anzi, che cosa dobbiamo fare? E con fiducia nel Signore, che può soccorrerci e che in effetti ci ha già soccorso, morendo per noi, ecco che possiamo riuscire a decidere di tornare a riabbracciare il Signore.
4. Gesù ci dà il diritto di diventare figli di Dio. Basta con la carne e il sangue, occorre nascere di nuovo in Cristo Gesù (Giov. 1,11 e 3,1-5). Occorre che il nostro uomo vecchio muoia e che rinasca una persona nuova. Questo è il senso del segno del battesimo (Rom. 6,1 ss.), la morte dell'uomo peccatore e la rinascita di una persona nuova e rinnovata in Gesù. Anzi una persona che si va rinnovando a conoscenza di colui che lo ha chiamato a questa nuova esistenza profondamente differente, perché è radicata non nel seme di Adamo ma nel seme della parola vivente di Gesù (Ef. 4,20 ss.).
5. La persona così rinnovata nel Signore si unirà spontaneamente alla famiglia di Gesù, cioè a coloro che Gesù considera come suoi parenti: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?" si chiede Gesù in Marco 3,35. E risponde: "Chi fa la volontà del Padre mio, mi è fratello, sorella, e madre". Nasce così la chiesa o comunità di credenti che vive del Cristo e testimonia Lui risorto vivendo in armonia con il Suo esempio. La chiesa che non ha bisogno di attrattive umane (il numero, la potenza economica, la forza politica, il controllo esercitato o subìto) perché per la chiesa vera Dio solo basta, Gesù Risorto è il miracolo di cui la chiesa si gloria, e la parola del vangelo è il suo nutrimento, la sua riflessione, la sua norma.
In Gesù è possibile trovare anche oggi salvezza e vera felicità divenendo cittadini di un regno in cui valgono la giustizia in Cristo, la pace in Cristo e l'allegrezza in Cristo. È infinitamente meglio che vincere al totocalcio! perché il denaro non ce lo possiamo portare dietro, la vita e la salvezza in Cristo sì!
Le auguriamo di cuore di trovare la salvezza in Gesù. Non è difficile!