Pericolosità della grazia
La pericolosità della grazia di Dio (Mt 10,20-24)Nel rimprovero ai cittadini che non avevano voluto ravvedersi (Corazim, Cafarnao, Betsaida), Gesù si permette di anticipare un giudizio-confronto con la sorte di luoghi dove la norma di Dio non era conosciuta (Tiro, Sidone) o dove l'immoralità aveva raggiunto il suo massimo (Sodoma). Le sue parole debbono far riflettere...1. Grazia è dono, regalo di salvezza che viene da Dio. Come la donna che va a raccogliere castagne e ne trova in abbondanza, se ne riempie i canestri, le tasche e il grembiule, così la persona umana dovrebbe riempirsi della grazia sovrabbondante di Dio.
Grazia è appello di Dio alla persona libera. Come tale, negargli la risposta è pericoloso.
Negare - trascurare - fare come se non si fosse udito quel richiamo...
Questa grazia apparsa è Gesù (Tito 2,11): insegna come pensare; quindi come agire; come divenire zelanti per il fare bene, dopo aver accolto la sua grazia. Con la grazia ogni azione della persona umana assume senso. Senza di essa ogni azione è semplicemente alla gloria di un essere finito e limitato. Avere buona volontà di agire è cosa ottima. Ma, appunto, occorre agire per amore e gratitudine, dopo aver accolto la grazia, il regalo di Dio: non trascurarlo, non farselo passare accanto senza apprezzarlo.2. Dio non abbandona neppure chi trascura la sua grazia. La situazione somiglia a quella dell'ospite non invitato, che pure continua a bussare ad una porta: Ap 3,20.
La grazia è una responsabilità per colui al quale viene elargita.
Lasciare la porta chiusa o aprirsi al dono?
La negazione, il no, la chiusura, sono sempre posizioni infruttuose (anche se può esserci l'occasione per un evangelico "no" a tante cose...).
Il sì, la risposta positiva, l'apertura (di cuore, ma anche mentale...), vuol dire la felicità dell'amico ritrovato, la gioia di una cena gustosa che continua nella vita...
3. Per questo è rischioso lasciar chiusa la porta, chiudere, chiudersi... perché può significare aver ricevuto la grazia di Dio inutilmente: 2 Cr 6,1.
Occorre ricordare (per evitare) forme varie di presunzione spirituale, evitare ogni accenno di disprezzo per gli altri può significare la vanificazione del regalo di Dio.
La grazia gioisce con la riconciliazione (2 Cr 5 fine capitolo) con Dio di tutti e di ciascuno; gioisce con l'accoglienza della salvezza nell'oggi della salvezza. Poi la grazia è paziente nel proporre (non imporre) il dono di Dio, come fu paziente Gesù, personificazioned ella Grazia di Dio.
4. La grazia di Dio è così forte da essere automoltiplicante.
Va condivisa se non la si vuole perdere o sciupare. Più la si condivide, più si moltiplica. La grazia è per sua natura partecipativa, anzi compartecipativa: partecipare tutti e ciascuno alla conversazione sul Vangelo; partecipare a ogni decisione comunitaria; partecipare al Vangelo: Rm 1,14 + Tito 2,14b.
Le castagne, se non le condivido con altri, marciscono... invece se le mangio con gli altri si moltiplicano!
5. La grazia è molto generosa. Dio è generoso continuamente. Gesù mostra evidente questa supergenerosità. L'atteggiamento generosamente dispendioso (2 Cr 12,15) Paolo lo aveva imparato da Gesù.
Qui - sul piano della grazia accolta e applicata - sta la differenza tra appartenere a Cristo e dire di appartenere a Cristo.
LA COMUNITA' TI INVITA AD APPROFONDIRE ASSIEME QUESTE COSE!
01.04.2007
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