Riflessioni

Buon anno!

Riflessioni non profetiche sull’anno che ci attende   Questo è il periodo in cui ci si augura scambievolmente “buon anno!”. Con questa espressione bella intendiamo augurare all’altra persona che il nuovo anno sia ricco di cose buone e di soddisfazioni. Ricordate? Abbiamo già detto “Buon anno!” proprio di questi tempi, un anno fa e pure l’anno prima e prima ancora. E l’abbiamo detto cordialmente, come lo diciamo oggi. Ma com’è andato questo 2005? Siamo più contenti di un anno fa? Abbiamo rinsaldato le nostre amicizie, o le abbiamo tradite? Siamo stati violenti in famiglia oppure ci siamo comportati in modo degno? Abbiamo trovato o ritrovato un lavoro, oppure abbiamo rubato il lavoro a qualcuno? Siamo passati sulla testa di qualche amico caro pur di raggiungere i nostri scopi, o siamo state persone leali e oneste verso il prossimo? Abbiamo frodato, malignato, calunniato come nel 2004, oppure siamo stati più sobri nel nostro parlare e più sensibili nel nostro agire? Abbiamo forzato la volontà di qualcuno, magari di un vecchio genitore o di una anziana madre, che dipende da noi per tutto, oppure quella volontà l’abbiamo davvero rispettata fino in fondo? Abbiamo fornicato come nel 2004 oppure siamo stati fedeli a nostra moglie o a nostro marito? Abbiamo oltraggiato qualcuno o siamo stati rispettosi dell’onore del prossimo? Abbiamo pagato i nostri debiti o la gente parla di noi come di indegni debitori? Buon anno! Ognuno risponda come crede a quelle domande. Oppure non risponda affatto, come di solito si fa. Vivere senza domandarsi nulla. Vivere senza pensare. Ecco il criterio che molti seguono con passione. E buttiamo dalla finestra le domande, ché tanto le domande non servono a nulla. Buon anno! Ma quale anno? Il 2006, dirà qualcuno. Ma sbaglia. Non siamo affatto nel 2006. Gli studiosi sanno infatti che il calcolo degli anni dalla nascita di Cristo Gesù è errato per difetto, da un minimo di 4 a un massimo di 7 anni, per cui saremmo oggi come minimo nel 2009 o al massimo nel 2012. Ma che importa la precisione della data, quando non si sa più neppure perché si calcolano gli anni dalla nascita di Gesù! Anzi a stento ci si chiede ormai “chi è Gesù per me?”! E che cosa ha fatto questo Gesù di tanto importante da meritare che si decidesse di calcolare gli anni a partire da Lui? Ha fatto, ha detto, ha scritto qualcosa d’importante? Altre domande inutili, altre questioni da buttare dalla finestra… roba vecchia. Buon anno! Ce lo hanno augurato e l’abbiamo augurato, ricordate?, proprio un anno fa anche a persone che del 2005 non hanno visto la fine. C’è stato quell’amico che se ne è andato a febbraio. Il parente che è morto ad aprile. E quel giovane che ha perso la vita nell’incidente a maggio. Il vecchio che non ha superato agosto. La giovane donna che se ne è andata in pochi mesi. E poi quel signore tanto gentile finito tragicamente a novembre. Ma che volete? È la vita! Bisogna rassegnarsi. La vita è una ruota. Oggi a me, domani a te. Inutile farsi domande. Inutile riflettere. Consoliamoci con un “Buon anno!”. Non si sa bene che s’intenda, ma diciamocelo lo stesso. Buon anno! Non si sa neppure se l’augurio valga a qualcosa: Buon anno! Tanti anni fa un giovane trentenne entrò in un luogo di culto. Si fece dare il libro del profeta Isaia e lesse ad alta voce queste parole: Dio mi ha scelto per evangelizzare i poveri, per annunciare liberazione ai prigionieri, per ridare la vista ai ciechi, per dare libertà agli oppressi, per annunciare l’anno della grazia di Dio (Luca 4). Quei poveri siamo noi: poveri di idee, poveri d’intelligenza, viviamo come se Dio non ci fosse. Quei prigionieri siamo noi: prigionieri di violenze, frodi, fornicazioni, oltraggi. Quei ciechi siamo noi: ci accecano odii, rancori, invidie. Siamo noi gli oppressi: ci opprime la superficialità e la stoltezza. Quel trentenne era Gesù: oggi Risorto e Vivente (non un bambino in fasce). Solo Lui può donarci la sua grazia, il suo dono meraviglioso di salvezza. Avviciniamoci a Lui, alla Sua Parola sapiente, scritta nel Nuovo Testamento. Solo così ci sarà anche per noi l’anno della grazia di Dio. E non importa che sia il 2006, il 2009 o il 2012, perché non sarà il solito “buon anno!”, ma sarà davvero un anno buono nella salvezza di Cristo. chiesa di Cristo a Pomezia www.chiesadicristopomezia.it www.chiesadicristoroma.it

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