Riflessioni

ANNUNCIAZIONE

Annunciazione: tra Luca evangelista e Antonello da Messina L’annuncio di Gabriele prevedeva realtà immense, più belle del dipinto di Antonello Senza intenzione di introdurci in una polemica che esula dai temi di questa colonna, si cerca qui di fare qualche osservazione sul racconto del bel dipinto della Annunciazione di Antonello da Messina, datato al 1474, conservato al Museo di Palazzo Bellomo di Siracusa e recentemente trasferito a Palermo per una mostra, ma senza la cura necessaria, a quanto pare (di qui le polemiche). Per la sua opera Antonello trae ispirazione dal famoso brano dell’evangelista Luca: “Sei mesi dopo,l’angelo Gabriele fu inviato da parte di Dio in una città della Galilea chiamata Nazaret, a una vergine fidanzata con un uomo di nome Giuseppe, discendente da Davide e il nome della vergine era Maria. Ed entrato da lei le disse: Esulta, o favorita dalla grazia! Il Signore è con te! A tali parole ella si turbò e pensava tra sé cosa mai significasse un tale saluto. Ma l’angelo le disse: Non temere, Maria, poiché hai trovato il favore di Dio. Ecco concepirai nel tuo seno e darai alla luce un figlio che chiamerai Gesù. Egli sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono del suo antenato Davide… e il suo regno non avrà mai fine” (Luca, 1). Luca e Matteo danno alcune brevi notizie sull’infanzia di Gesù, forse perché, scrivendo oltre la metà del I secolo, quando Gesù era già divenuto molto famoso nel bacino del Mediterraneo, intendono fornire qualche ulteriore dato sulle sue origini. È noto che l’annuncio di Gabriele si conclude con la famosa parola di Maria: “Ecco la serva del Signore! Si faccia di me secondo la tua parola!” Peccato che tanti credenti abbiano dimenticato l’umile atteggiamento di Maria, che docilmente si sottomette alla volontà del Signore. Molti credenti (per non dire dei non credenti) neppure conoscono questa volontà espressa nel Nuovo Testamento! Di qui, purtroppo, la solitudine morale e spirituale che caratterizza la nostra epoca e che produce tanti mali. Ma l’annuncio di Gabriele prevedeva realtà immense, più belle del dipinto di Antonello, realtà vicine a ciascuno di noi. Con la sua morte-e-risurrezione Gesù ha dimostrato di essere realmente colui mediante il quale Dio ci parla. Ecco un brano del Nuovo Testamento che può far riflettere: Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri [patriarchi] per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, HA PARLATO A NOI PER MEZZO DEL FIGLIO, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo. Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con LA POTENZA DELLA SUA PAROLA, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è seduto alla destra della maestà nell’alto dei cieli, ed è diventato tanto SUPERIORE AGLI ANGELI quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato (…) Infatti a quale degli angeli Dio ha mai detto: “Tu sei mio FIGLIO; oggi ti ho generato?” E ancora: “Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio?” E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: “Lo adorino tutti gli angeli di Dio”. Mentre degli angeli dice: “Egli fa i suoi angeli pari ai venti, e i suoi ministri come fiamma di fuoco”, del Figlio invece afferma: “Il tuo trono, Dio, sta in eterno” e: “Scettro giusto è lo scettro del tuo regno; hai amato la giustizia e odiato l’iniquità, perciò ti unse Dio, il tuo Dio, con olio di esultanza più dei tuoi compagni”. E ancora: “Tu, Signore, da principio hai fondato la terra e opera delle tue mani sono i cieli. Essi periranno, ma tu rimani; INVECCHIERANNO TUTTI COME UN VESTITO. Come un mantello li avvolgerai, come un abito e saranno cambiati; ma tu rimani lo stesso, e GLI ANNI TUOI NON AVRANNO FINE”. A quale degli angeli poi ha mai detto: “Siedi alla mia destra, finché io non abbia posto i tuoi NEMICI sotto i tuoi piedi?” (…) Proprio per questo bisogna che ci applichiamo con maggiore impegno a quelle cose che abbiamo udito, per non andare fuori strada… come potremo scampare noi se trascuriamo una salvezza così grande?” (Epistola agli Ebrei, 1-2). Perciò, a margine delle polemiche (forse giustificate?) sul trasferimento, speriamo momentaneo, del dipinto di Antonello a Palermo, occorre chiedersi: (1) davvero noi oggi conosciamo (e ubbidiamo) al volere di Dio? (2) Se Dio ci ha parlato mediante Cristo, perché accorrere alla voce di altri personaggi, certo mai paragonabili al Cristo? (3) Se Cristo “sostiene tutto con la potenza della sua parola”, perché non andare direttamente a leggere e a renderci conto di questa bella parola nel Nuovo Testamento? (4) Se Gesù ha “compiuto la purificazione dei peccati”, perché rivolgerci al altri personaggi per ottenere il perdono? (5) Perché rivolgerci agli angeli quando Cristo è più vicino a noi di loro e molto più potente di loro? (6) Se tutti periscono, ma Cristo rimane perché è realmente RISORTO, perché non imparare a confidare in lui? (7) Perché confidare in cose che invecchiano “come un vestito” fuori moda? (8) Se Cristo parla oggi come parlava duemila anni or sono e se i suoi anni “non avranno fine”, perché non ascoltarlo? Perché farlo ridiventare muto bambino in fasce? (9) Se è Cristo, e solo lui, che siede alla destra di Dio, vorremo noi trovarci un giorno fra i suoi nemici o fra i suoi amici? (10) È possibile che stiamo rischiando di andare “fuori strada” perché ignoriamo la sua parola? (11) Come potremo scampare se trascuriamo una salvezza così grande? © Riproduzione riservata Roberto Tondelli – 12 2018

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