Riflessioni

Risposta al DOLORE

Una risposta al dolore La risposta di Dio dinanzi al dolore del mondo Coloro che hanno imparato a riporre la propria fede fiduciosa in Cristo Gesù tengono sempre presente che la confessione di fede dei Cristiani è “Cristo Gesù è il Signore”. Questa realtà meravigliosa produce gioia nella mente di chi vi si affida, perché significa che Gesù (Yeoshua = Dio salva) siede sul trono di Dio perché è risorto e a lui è stata data ogni autorità in cielo e sulla terra. È proprio questa la realtà che l’Evangelo propone ancor oggi all’attenzione di tutti. Dio conosce il dolore della persona umana, che si è allontanata dal Bene e dall’Amore divino. Dinanzi a tutto il dolore del mondo, la risposta di Dio, cioè il “segno” di Dio, è uno solo: Cristo Gesù che è il Signore perché è risorto dai morti. Scrive Paolo apostolo nel suo vangelo: “La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l’ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza” (Romani, 8). Ecco dunque la realtà più vera, quella che forse neppure i mezzi di comunicazione di massa riescono a cogliere: una creazione che giace nel dolore. Saranno forse i potenti della terra a liberarci dal dolore? Forse ci proveranno, forse le autorità di questo mondo faranno qualcosa, le potenze faranno forse ciò che potranno, ma si continuerà ad agire per interesse; forse si farà qualcosa di buono per far cessare questa o quella guerra o per guarire questo o quel male, ma lo si farà sempre per interessi maggiori, se non addirittura talvolta per egoismo. L’uomo è abituato ad agire così, purtroppo. Ecco perché la vera e sola alternativa per superare il dolore del mondo è un serio e sereno ritorno a Cristo Gesù, stabilito da Dio stesso quale re vivente, umile, mansueto, disposto ad aiutare ogni singola persona che è nel dolore: e chi non lo è? Non si tratta certo di soluzioni miracolistiche, né si tratta di “uscire” dal mondo e dalla società per abbracciare religioni “nuove” o chiese o movimenti restaurativi importati da chissà dove. L’Evangelo non offre né propone tali soluzioni. L’Evangelo non ha bisogno di essere riscritto, né ha bisogno d’improbabili “aggiunte” o nuove rivelazioni. Il Cristo che parla nell’Evangelo ha bisogno solo di incontrare il terreno buono di cuori umili che lo accolgano con semplicità e amore. Solo l’Evangelo può restituire speranza a vecchi e giovani, donne e uomini, che hanno i cuori addolorati e affranti, la mente disillusa da troppi comportamenti negativi, immorali, cattivi. Pensiamo alle massicce uccisioni nelle guerre, ma anche a giovani che si suicidano, a famiglie spezzate dalla tragedia, ai malati negli ospedali, al dolore prodotto dalla mancanza di un lavoro degno di questo nome. Certo Cristo Gesù non è la panacea per tutti i mali, ma è la soluzione che restituisce fiducia, senso di dignità, e una Via sicura per ritornare davvero al Padre celeste che abbiamo abbandonato da troppo tempo, per andar dietro ad altri padri, ad altri maestri. L’Evangelo, invece, richiama ogni persona a riflettere con cura su un fatto che è reale: l’amore di Dio nonostante tutto il dolore del mondo. L’amore di Dio che si fa vedere nella persona e nell’insegnamento e nell’esempio di Cristo Gesù. Egli dice: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero” (Matteo, 11). Gesù ben conosce le fatiche e le oppressioni di tutti noi. Non chiede sacrifici impossibili, perché l’unico sacrificio lo ha fatto Lui stesso e per sempre. Ecco perché, col suo amore, egli può davvero ristorarci. Chi va dal Cristo ritrova “un solo corpo, un solo spirito, una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra chiamata; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Efesini, 4). Cristo non promette di eliminare il dolore da questa vita, ma ci aiuta ad attraversare ogni situazione di dolore. Quanto a coloro che provocano dolore e causano pene agli altri, anche questo è ben noto al Signore. © Riproduzione riservata R.T. - 2017

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