Riflessioni

Non cadrà - Excursus 1 - 9 agosto 1964

Non cadrà - excursus n. 1 9 agosto 1964 / 25 maggio 2014 L’ostinazione in religione può essere a volte un pregio. Spesso è segno d’impotenza. In alcuni casi è un’implicita ammissione dell’incapacità di ammettere l’errore. (parafrasi di una frase di C. Tito) Nella zona Pontina – nota per la mussoliniana bonifica santificata dal martirio di Maria Goretti – il 9 agosto 1964 un uomo sulla sessantina e un ragazzo giovanissimo furono immersi nelle acque battesimali e, sulla base sia del loro ravvedimento sia della loro bella confessione di fede in Cristo, iniziarono ciascuno il loro cammino di fede. Da tempo il più adulto dei due si è addormentato nel Signore – beato lui! Il più giovane, che oggi ha più o meno l’età dell’altro a quell’epoca, continua a camminare sulla via stretta; non senza qualche buco nei calzari e qualche mal di piedi. Il ricordo del passato, la consapevolezza che, come dicevano i greci, panta rei, tutto passa, e l’acqua del fiume che ci scorre dinanzi non è mai la stessa, muove il pensiero a osservare e riflettere su scenari prima impensati. Anzi, a dire il vero, impensabili. Si torna col pensiero a come si pensava cinquant’anni or sono. Non è difficile rilevare per esempio che se per caso nel 1964 si fosse saputo che un giovane credente si era fidanzato con una donna che era stata già sposata ed era separata, la cosa avrebbe suscitato scalpore, clamore, rumore, fragore e persino destato scandalo morale in molti ambienti sociali e anche negli ambienti di coloro che si definivano e si presentavano come semplici cristiani secondo il Nuovo Testamento. In cinquant’anni si sono avuti nella società notevoli cambiamenti formali e sostanziali. Per esempio la parola “cristiani” è oggi più diffusa. La Chiesa Cattolica ha messo in sordina il tradizionale “cattolici apostolici romani” per adottare il più snello “cristiani”. Così va il mondo, almeno con le parole. Torniamo ai fatti. Che ne è dello scalpore e dello scandalo causato dal caso menzionato? E perché allora un simile comportamento avrebbe fatto scandalo, anche fra i cristiani, e in genere anche fra le persone della società? La ragione è semplice. Non ci si fidanza né ci si sposa con chi è stato già sposato e è diviso dal coniuge – e se casi simili si davano, costituivano vere e proprie eccezioni, anche nella società. A tutti, anche agli amici cattolici apostolici romani, erano noti i brani del Nuovo Testamento che attestano questo insegnamento di Cristo (Mt 5,32; 19,8 s.; Mc 10,11 s.). Il vincolo matrimoniale era ritenuto sacro, quindi inviolabile, persino dai comunisti di allora – moltissimi dei quali si andavano a sposare, controvoglia, davanti al prete (G. Guareschi). I cristiani secondo il Nuovo Testamento non temevano certo di affrontare lo scandalo, quando ciò fosse stato necessario e giusto. E si andavano a sposare al comune di residenza. Diventavano così “concubini” per la Chiesa cattolica, ma sposati per le leggi della Repubblica italiana e per il Signore. Quando si trattava di scegliere tra la norma sacramentale matrimoniale cattolica e la legge di Cristo, i cristiani sapevano chi e che cosa scegliere. Torna la domanda. Come mai, invece, il fidanzamento a scopo matrimonio tra due, di cui uno fosse sposato e separato, allora destava scandalo? Si trattava di scegliere tra un comportamento umano, mondano (pur socialmente discutibile), e la condotta suggerita da Cristo. Condotta che per i cattolici era dettata dalla tradizione culturale e religiosa della Chiesa, per i cristiani era dettata dal Nuovo Testamento. Caso più unico che raro in cui tradizione e Vangelo si accordavano – ma solo perché qui la tradizione ripeteva la regola enunciata da Cristo: “chi sposa una ripudiata, commette adulterio” (Mt 5,32b: cioè una ripudiata qualsiasi, perché in greco manca l’articolo). Si è detto che in cinquant’anni molte cose sono cambiate. Forse è cambiato anche l’atteggiamento della Chiesa Cattolica verso certe scelte. Ma il Nuovo Testamento è forse cambiato? Come mai ciò che destava scalpore e scandalo cinquant’anni fa, oggi non sembra meravigliare più neppure i cristiani? Esageravano allora? Sbagliano oggi? Che cosa è cambiato? Chi ha cambiato? E perché? Si dirà che queste domande sono destinate a rimanere tali, senza controprova reale – siamo diventati più cinici? più indifferenti? Ci voltiamo più facilmente di un tempo dall’altra parte per non vedere né sapere? Si dirà che il contrasto fra come si pensava e ci si comportava ieri e come si pensa e ci si comporta oggi è irrilevante, anzi contrario alla realtà delle cose. Infatti, come e dove si potrebbe trovare oggi una realtà sociale simile a quella italiana di due generazioni or sono? Ebbene, la cosa è meno difficile di quanto sembri. Basta spostarsi in oriente, là dove società e costumi sociali sono rimasti – forse ancora per poco – quelli che erano qui da noi fino a qualche decennio fa. A maggio 2014 si sono tenuti seminari di studi biblici in quella che un tempo si chiamò Abissinia o “Affrica Orientale”, o meglio Etiopia. Basta una breve permanenza a Fiore Nuovo (Addis Ababa) o ad Awassa – città grandi, attivissime, con sedi universitarie importanti – per avvedersi che almeno una parte della società etiopica attuale è socialmente abbastanza simile a quella che fu la società italiana di un paio di generazioni or sono. Durante un incontro di studi biblici tenuto ad Awassa il 25 maggio fu chiesto il parere di vari insegnanti sul caso che si sta considerando: un credente si fidanzata con una donna che è stata già sposata (magari con prole) e ora è separata. Il parere unanime veniva espresso in termini inequivocabili. I grandi occhi degli insegnanti di colore si sgranarono meravigliati nel sentire un caso come quello menzionato; seguirono commenti eloquenti: “Non è possibile…!” “Ma come è mai possibile che nelle chiese e in una società cristiana come la vostra si possano creare famiglie fondate su basi tanto fragili e instabili!” “Una cosa del genere qui da noi non la si sente affatto fra credenti di qualsiasi genere…” La reazione unanime degli insegnanti etiopici è quella che qui interessa. Ma per compiutezza d’informazione si accenna che al seminario era presente anche un insegnante di origini, diciamo così, esotiche – in oriente è esotico ciò che viene dall’occidente, in particolare dal lontano occidente (= far west, per gli anglofili). Chiesta un’opinione anche a questo insegnante, rispose che, nonostante la diversità e i problemi sociali (occidentali), il credente non può fidanzarsi/sposarsi con una persona in quella condizione, ciò infatti non trova giustificazione biblica. Le reazioni degli etiopi indicano bene che cosa può accadere dinanzi al miracolo spazio-temporale che consente di trovarsi in una società in cui il senso dell’onore e della vergogna sono oggi più o meno quelli che erano da noi cinquant’anni fa, prima cioè che perdessimo l’uno e l’altra. Si torni dunque a considerare le domande poste sopra: il Nuovo Testamento è cambiato? Come mai ciò che destava scalpore e scandalo allora oggi non sembra meravigliare più neppure i cristiani? Esageravano allora? Sbagliano oggi? Che cosa è cambiato? Chi ha cambiato? E perché? Sono domande che ci si può porre anche sorbendo un etiopico caffè Tomoca (ottimo) e riflettendo sullo sfascio epocale cui si assiste nel civilizzato mondo cristiano occidentale. Sia chiaro che ognuno resta libero di fidanzarsi e sposarsi e accompagnarsi con chi vuole. La responsabilità personale resta tale qualunque decisione si prenda. La società si evolva come vuole. Così va il mondo. Ci si può chiedere tuttavia se Cristo sarebbe disposto a cambiare l’acqua in vino in questa ed altre situazioni matrimoniali simili. O se riesce, almeno lui, a cambiare ancora le menti delle persone per far comprendere ciò che nel creato c’è rimasto di “buono” (Genesi), il valore di ciò che era “da principio” (Gesù), e ciò che nell’andazzo delle cose c’è di non buono. Chissà che per capire ciò che è “buono” secondo il Creatore non si debba tornare a leggere i fondi di caffè. Bonificare paludi è un’impresa ardua, ma attuabile e attuata. Bonificare le menti di chi rifiuta di pensare può essere impresa inutile e spesso ingrata. Forse un po’ di fango è rimasto nelle menti e mentalità di qualche abitante dell’area Pontina (e non solo?), invece di essere docilmente “trasformato” dalla rivoluzione umile dell’esempio e insegnamento di Cristo? Ci si rassegnerà ad un banale così va il mondo? Cioè quel mondo al quale i cristiani “non si debbono conformare”? O non dovrebbero? © Riproduzione riservata Roberto Tondelli – 2014

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