Mentre La
ringraziamo per la domanda, ci permetta di incoraggiare gli Amici che scrivono a
voler gentilmente evitare domande anonime. Il proprio nome apposto in calce a
una domanda indica fiducia nella propria libertà di esprimere un'opinione o una
domanda e fiducia in chi, altrettanto liberamente, risponde; fiducia nella
libera circolazione di pensieri che tra loro si confrontano su un piano di
perfetta parità e dignità, anche quando fossero in contrasto tra di loro.
L'anonimato implica invece un grado di paura, mentre il vero amore tra persone
esclude ogni forma di paura. Nell'amore non c'è paura, scrive l'apostolo
Giovanni. Perciò allontaniamo da noi ogni forma di paura, e impareremo a
volerci più bene. Ciò detto, veniamo a una breve risposta.
1. "Adulterio" (greco: moichéia), nel linguaggio biblico, è la
rottura del patto solenne da parte di uno dei due coniugi. L'azione adulterina
è fortemente condannata sia nella Bibbia ebraica che nel Vangelo (Nuovo
Testamento). Infatti il Testimone del patto d'amore tra uomo e donna è Dio
stesso, come dice il profeta Malachia, per cui ogni infedeltà è nel contempo
una offesa al coniuge e a Dio stesso, che fa dei due un solo essere. L'ultimo
dei dieci comandamenti dice, tra l'altro, di non desiderare la donna altrui. Gesù,
con fine psicologia, afferma che chi "guarda" (con intenzione) una
donna desiderandola, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Egli
vuole quindi educare la persona a controllare i propri sentimenti e le proprie
intenzioni, perché il peccato di adulterio va ben oltre l'atto fisico in sé e
per sé.
2. "Fornicazione" (greco: pornèia) è un termine dal significato più
ampio di "adulterio". Fornicazione può indicare ad esempio un
adulterio continuato (Osea 2, 4), e descrive in genere, come anche Lei intuisce,
relazioni sessuali al di fuori del patto d'amore che unisce tra loro due persone
per la vita. Non a caso, ad esempio, di fronte alla disastrosa situazione morale
presente a Corinto (città nota per la sua immoralità: vi erano templi dove si
praticava la "fornicazione sacra") l'apostolo Paolo arriva a
consigliare il matrimonio come antidoto alla fornicazione. Egli scrive infatti
che "per evitare le fornicazioni, ogni uomo abbia la propria moglie, e ogni
donna il proprio marito. Il marito renda alla moglie quel che le è dovuto; e lo
stesso faccia la moglie verso il marito" (1 Corinzi 7, 2). Il testo e il
contesto del brano chiariscono che non vi è proprio nulla di immorale nelle
relazioni sessuali amorose fra due che si sono dati l'uno all'altra in un vero e
proprio patto d'amore per la vita. Il consiglio pratico dell'apostolo dinanzi
alle facili relazioni, tanto incontrollate quanto casuali, è improntato a
grande saggezza: "Se i celibi non si contengono, sposino, perché è meglio
sposarsi che ardere".
"Fornicazione" è, dunque, soddisfazione egoistica di un ardore per
l'unione fisica, a volte senza rispetto per la persona a cui si rivolge, spesso
senza riguardo alle conseguenze, sempre senza riconoscimento della necessità di
un patto che salvaguardi la relazione. La fornicazione pone l'accento sul
piacere illecito in se stesso.
4. Il testo biblico parla del rapporto sessuale tra uomo e donna come di un
"conoscere". Ora questo genere di conoscenza è la più profonda e
intima che si possa immaginare. Dal momento che il corpo è il solo strumento
atto ad esprimere lo spirito e la mente della persona (il suo essere
essenziale), l'unione sessuale è un dono di sé come nessun altra azione può
essere, perché implica la piena resa fisica dell'uno all'altra. In tale unione
si attua un genere di "conoscenza" reciproca che non è paragonabile a
nessun altra forma di conoscenza. E' un'espressione piena e definitiva
dell'affidamento personale, il sigillo di una relazione durevole.
Pertanto, proprio per l'altezza morale e spirituale della relazione sessuale
donna/uomo, la relazione stessa va salvaguardata da un patto tra i due, un patto
consapevole, responsabile, pubblico, vera base della relazione matrimoniale. E'
vitale che la donna abbia l'appoggio garantito del proprio uomo, e che questi
possa contare su di lei in ogni circostanza della vita.
5. C'è un passo del Nuovo Testamento con cui vorremmo concludere questo troppo
rapido sguardo alla questione. Paolo apostolo, trattando della medesima
situazione di immoralità dilagante cui accennavo poco sopra, scrive: "Il
corpo non è per la fornicazione, ma è per il Signore, e il Signore è per il
corpo" (1 Corinzi 6, 13). Nonostante la generale opinione che vuole il
Vangelo libro dello spirito, nessun altro testo più del Vangelo considera e
valorizza il corpo. Occorre saper ascoltare il corpo, che parla non solo con la
parola, ma con il suo stesso modo di essere. Non capire il corpo (proprio e
altrui) significa farne un idolo vuoto (come tutti gli idoli) cui sacrificare la
vita. Cercare di comprendere il linguaggio del corpo significa incamminarsi
sulla via dell'immagine e somiglianza di Dio.
Chiesa di Cristo Gesù, Pomezia